Testi vincitori del Concorso

NOEMI NEGRI  (Scuola secondaria di Primo grado A. Moro, Malgrate)

Primo classificato


Gli amici di Akia indagarono sul mittente del messaggio ricevuto e……sorpresa!!!!!! Arrivava direttamente dal cellulare di Akia. Questa notizia sbalordì tutti. Akia,nel frattempo aveva deciso di partire e andare in giro per il mondo da solo a visitare città,paesi,fiumi e soprattutto ascoltare musica e conoscere i più curiosi strumenti. Scelse come prima località la Grecia che aveva come strumento il buzuki,poi viaggiò verso la Russia e conobbe la balalaika,dopo di che decise di visitare la Spagna che aveva come strumenti tipici le nacchere e si sfogò a ballare il flamenco. Infine per fare una grande sosta decise di fermarsi sul fiume Mississippi ove incontrò un vecchio di nome Michelangelo, un musicista professionista. Egli insegnò ad Akia a suonare tutti gli strumenti tipici del fiume e di quel posto, compresi quelli a percussione;quindi Akia diventò un perfetto musicista, proprio come il suo maestro. Dopo varie vicissitudini Akia decise di iscriversi ad un concorso di musica classica, jazz e pop e li vinse tutti portando a casa ogni volta una coppa diversa da primo premio. Tornato un giorno in albergo, decise di mandare agli amici un sms con elecate tutte le vittorie e degli mms con le foto delle coppe e scrisse loro che sarebbe tornato presto. Prima che partisse però il maestro gli disse una cosa molto importante: che la musica l’avrebbe trovata solo dentro se stesso. Sentite queste parole, Akia riacquistò fiducia in se stesso, tornò dai suoi amici, decise di rientrare nel gruppo e di non lasciarlo mai più. La musica degli Abba ora gli sembrava quanto di meglio al mondo si potesse ascoltare.

ILENIA LOMBONI e ILARIA DEGIOVANETTI  (Scuola secondaria di Primo grado A. Stoppani, Lecco)

Seconde classificate


I tre amici, decisero di riunirsi il pomeriggio stesso, per trovare eventuali soluzioni che potessero aiutare il loro compagno. Si diedero appuntamento al solito posto (la taverna di Bruno), e lì, appena giunti, cominciarono a sfornare idee: Beatrice, ancora furibonda, voleva a tutti i costi farsi giustizia da sola convinta di conoscere gli autori del messaggio minatorio; Bruno sembrava avere dentro la testa un groviglio di ipotesi che sembravano i riccioli dei suoi capelli cresciuti anche all’interno e non riusciva ad esporre un’opinione concreta sul da farsi; Anna, la piccola ma saggia, propose di rivolgersi ad un adulto di cui potevano fidarsi, che potesse dar loro una mano, suggerendo la scelta migliore da fare. Approvarono quest’ultima idea e pensarono che la persona più idonea alla soluzione del problema potesse essere la sig.ra Ticli, l’insegnante di lettere. Con lei avevano un ottimo rapporto confidenziale, era sempre pronta ad ascoltarli quando c’era necessità. Inoltre, in classe, avevano affrontato più volte temi di attualità come il razzismo, il bullismo, la violenza sui minori, e, quel che stava succedendo ad Akia, sembrava l’insieme di tutte queste cose. Accesero il cellulare, entrarono nella rubrica e cercarono il numero della prof. , sperando che fosse contattabile; purtroppo non lo era, decisero quindi di inviarle un messaggio chiedendole un incontro fuori dall’orario scolastico. La sig.ra Ticli, per fortuna, vide subito l’sms dai ragazzi e rispose loro di farsi trovare, di lì a mezz’ora, davanti alla scuola dove si sarebbe dovuta recare per un corso di aggiornamento che avrebbe avuto inizio alle 17.30. I tre amici arrivarono all’incontro spaccando il minuto e videro comparire da lontano la loro prof. che si avvicinava con la sua inseparabile bicicletta (bisogna dire che, nonostante l’età ed il peso, quando cavalcava il suo mezzo sembrava un’atletica quindicenne!) Entrarono in aula insegnanti e Anna prese la parola raccontando per filo e per segno l’accaduto, interrotta soltanto dalle imprecazioni di Beatrice, che appariva sempre più arrabbiata. Bruno, con le mani tra i capelli, ascoltava e pendeva dalle labbra della prof. in attesa di chissà quale formula magica che avrebbe trasformato la scena in quella di una bellissima fiaba, così come succede in Cenerentola. L’insegnante però rimase senza parole e, dopo un lungo momento di sbalordimento e di stupore, riuscì finalmente a dire: “Ragazzi, il problema di Akia non è una cosa semplice e di poco conto, qui non bastiamo noi a sbrogliare la matassa, occorre rivolgersi alla Polizia o ai Carabinieri” Andarono da questi ultimi, nella cui caserma lavorava il padre di Nina, una loro compagna di scuola, che li accolse con grande familiarità presentandoli anche al maresciallo Rocca, il suo diretto superiore. Entrambi ascoltarono con attenzione il racconto dei tre adolescenti e li rassicurarono sulla buona possibilità di riuscire a risolvere il loro guaio, purchè loro convincessero Akia a tornare a suonare con loro per tendere una trappola ai bulli che avevano minacciato il loro gruppo. Inutile dire che i nostri eroi riuscirono a farlo, grazie alle doti di persuasione di Anna che, come abbiamo detto, era piccolina ma determinante. Anche i carabinieri fecero il loro dovere cogliendo con le mani nel sacco due stupidi giovanotti che stavano per aggredire Akia armati di bastoni e incappucciati con un passamontagna, sul retro del quale era dipinta una scritta razzista. Akia non finiva più di ringraziare i suoi amici ma la cosa più bella (si fa per dire) fu che il maresciallo Rocca, su suggerimento della sig.ra Ticli, invitò i nostri ABBA nella caserma dell’Arma, in occasione dei festeggiamenti per il 50° anniversario della fondazione, e fece tenere loro un mini concerto. Ovviamente, a differenza degli omonimi svedesi (che non credo l’abbiano mai fatto), i nostri riuscirono ad inserire nel programma l’esecuzione dell’ Inno di Mameli, straordinariamente cantato dal senegalese Akia. Fu il brano più applaudito della serata!

ANNA MAGLI (Scuola secondaria di Primo grado, Colico)

Terzo classificato


Dopo varie indagini scoprirono che Akia era stato veramente minacciato. Ma da chi? Da un gruppo di ragazzi più grandi, i quali non volevano che Akia diventasse famoso, e neppure che suonasse in un complesso musicale italiano, per il colore della sua pelle. Pare che non sopportassero i ragazzi di colore, di qualsiasi nazionalità… In realtà erano gelosi perché Akia era un bravo musicista, mentre loro non sapevano suonare nemmeno un semplice strumento. Non avevano mai fatto parte di un gruppo, erano solo una band di ragazzi senza sogni né voglia di fare. Per questo avevano spaventato Akia al punto da allontanarlo dai suoi amici. Con il passare dei giorni, i tre musicisti si accorsero che il loro compagno si chiudeva sempre di più in se stesso, non si presentava alle prove e loro non sapevano come contattarlo. Erano molto dispiaciuti e spaventati allo stesso tempo, ma la musica per loro era più importante di ogni altra cosa, per cui non si diedero per vinti. Decisero insieme di trovare una soluzione perchè senza il quarto componente il complesso non poteva esistere e soprattutto perché non volevano perdere un amico come Akia. Ma come fare? Il tempo passava finchè un giorno Beatrice, Anna e Bruno videro il loro amico, lo seguirono di nascosto fino a casa e qui cercarono di convincerlo a tornare nel gruppo. Akia aveva paura ma alla fine accettò. Di comune accordo, per non essere scoperti, fecero le prove in un vecchio cascinale abbandonato, nella periferia della città. Erano di nuovo insieme, felici! Però non potevano stare nascosti per sempre, bisognava inventare qualcosa e fare ascoltare la loro musica anche alla gente. A Bruno venne una brillante idea, organizzare un concerto allo scopo di farsi conoscere ma soprattutto di realizzare uno dei loro più grandi sogni. Fissarono la data, poi cominciarono a fare alcune bozze per i manifesti. Beatrice era l’esperta, infatti dopo una settimana circa i cartelloni erano pronti, grandi, tutti colorati. Bisognava solo appenderli in città. A questo pensò Anna, la più piccola, ma anche la meno timida. Mise manifesti in ogni luogo! Voleva essere sicura che tutti leggessero e partecipassero alla serata musicale. Allestirono un palco nella piazza principale, aiutati da amici e parenti, misero molte luci colorate e tante sedie, nella speranza che arrivasse gente. Temevano il boicottaggio dell’evento, ma ormai tutto era deciso e… arrivò il fatidico giorno! I ragazzi erano agitati, ma allo stesso tempo contenti perché da qui sarebbe dipeso in parte il destino della loro vita. Da dietro le quinte spiavano, i loro occhi erano puntati sulle sedie che man mano si riempivano… Arrivò l’ora di esibirsi e accolti da uno scrosciante applauso uscirono sul palco, si presentarono e cominciarono a diffondere nell’aria le note delle loro canzoni. Anna aveva una voce profonda, resa ancor più suggestiva dalla musica dolce degli strumenti. Fu un successo! La gente li applaudì per un lungo istante, meravigliata dalla bravura dei loro concittadini. Anche i “Bulli”, che, nascosti tra la folla, seguivano il concerto, restarono senza parole e si sentirono a disagio… Successivamente trovarono il modo di chiedere scusa a Akia per il loro ignobile comportamento e per rimediare si offrirono di aiutarli nei lavori di smontaggio del palco. Akia, soddisfatto accettò le scuse e anche l’aiuto, d’accordo con i suoi tre compagni. Andò tutto bene, i musicisti non avevano parole, erano esterrefatti! Oltre ad avere conquistato il pubblico avevano allacciato un buon rapporto con i loro “nemici”. “Tutto bene ciò che finisce bene”, recita un proverbio. E questa è una di quelle storie che ha un lieto fine. Il nome del gruppo restò “Abba”. Anche se non era un nome originale, i ragazzi decisero di mantenerlo, per due motivi: il primo perché rappresentava le iniziali dei loro nomi e fortunatamente erano di nuovo tutti insieme, il secondo perché aveva portato loro fortuna. Infatti con questo nome avevano debuttato, nonostante mille problemi, e con questo erano diventati famosi! Da qui cominciò la loro avventura musicale…


 

CLASSIFICATI DAL 4° AL 12° POSTO:

REBECCA RECALCATI (Scuola secondaria di Primo grado A. Moro, Malgrate)
DIANA YULIANA KUZHYK (Scuola secondaria di Primo grado A. Moro, Malgrate)
FEDERICO GORETTI (Scuola secondaria di Primo grado A. Volta, Abbadia Lariana)
ASIA COLOMBO (Scuola secondaria di Primo grado A. Volta, Abbadia Lariana)
ALLEGRA RICCARDI (Scuola secondaria di Primo grado M. Kolbe, Lecco)
ESTER TACOLA (Scuola secondaria di Primo grado, Maggianico)
NICOLÒ FONTANA (Scuola secondaria di Primo grado T. Grossi, Lecco)
BEATRICE VELASCO (Scuola secondaria di Primo grado A. Volta, Mandello del Lario)
SARA BALATTI (Scuola secondaria di Primo grado A. Volta, Mandello del Lario)