Autori che abbiamo incontrato a Discorsi sotto i Cipressi

Varenna, 29 agosto e 17 settembre 2014

 

 

Gianfranco Scotti introduce Operazione Salvataggio di Salvatore Giannella

 

Il libro di Salvatore Giannella che oggi presentiamo ci illumina su un periodo drammatico della nostra storia. In un’Italia devastata dalla guerra, ci fu chi rischiò la vita per mettere in salvo il patrimonio artistico del nostro Paese. Una luminosa figura di questa storia è stato Pasquale Rotondi, che l’autore del libro definisce “un salvatore dell’arte e dell’anima dell’Italia”. Salvatore Giannella ricostruisce con grande passione e acribìa questa storia che leggiamo come si legge un romanzo denso di avvenimenti e di colpi di scena, con la differenza che questo non è un racconto di fantasia, ma un’ avvincente esposizione di fatti che hanno dell’incredibile, dai quali emergono il coraggio, la determinazione e, è giusto sottolinearlo, l’eroismo di persone che hanno rischiato moltissimo, anche la vita, per mettere in salvo un patrimonio d’arte minacciato di dispersione e di distruzione negli anni della seconda guerra mondiale. Accanto a Pasquale Rotondi vanno ricordate le figure di Rodolfo Siviero, di Emilio Lavagnino, di Palma Bucarelli e di molti altri oscuri protagonisti di atti di eccezionale valore civico e civile, personaggi che hanno combattuto un’altra Resistenza, non meno nobile e significativa di quella combattuta con le armi.
Scrive Salvatore Giannella nelle prime pagine del suo libro:
La guerra per l’arte continua. È una guerra che vede affrontarsi due eserciti: il primo, desideroso di impadronirsi della bellezza (e dell’anima) dell’avver sario con il denaro o con la forza, per cancellarne l’identità: il secondo for- mato da truppe sparute e spesso isolate che combattono per farsela restituire. 
Era un’Italia diversa, con figure di alto profilo morale, pensose del bene comune. La figlia di Rotondi racconta che un giorno un politico importante disse a suo padre: “Professore, con quello che lei ha fatto può tranquillamente essere annoverato tra gli eroi della Resistenza”. E lui rispose serafico: “Onorevole, io ho fatto soltanto il mio dovere”. Altri tempi, altri uomini. In un’Italia come quella odierna in cui il patrimonio artistico e monumentale subisce ogni giorno affronti, spoliazioni, abbandono, in cui alla cultura viene assegnata una quota irrisoria e offensiva del bilancio dello Stato, in cui si specula su qualsiasi intervento di opere pubbliche, come apprendiamo quasi ogni giorno dalla stampa, in un’Italia messa in ginocchio dall’indifferenza, dall’ingordigia, dalla rapina in cui troppo spesso è sottoposto il nostro patrimonio culturale, riandare a figure come quella di Pasquale Rotondi significa anche disintossicarci da quel clima di degrado morale o anche solo di indifferenza in cui siamo precipitati, significa recuperare quella dignità, quel rigore, quel senso del dovere che sono stati i punti di riferimento, le linee guida di questi straordinari “commis” dello Stato in anni duri, difficili, dolorosi, segnati dalla guerra, dalle privazioni, dalla speranza in un mondo pacificato di cui si riuscivano a cogliere poche avvisaglie.

 

A. Garibaldi e G. Salvaggiulo presentano La Colata. Moderatore dell’incontro Domenico Finiguerra.

 

L’Italia è uno dei paesi più belli al mondo. Ha la maggiore concentrazione di beni culturali e centri storici, le più famose città d’arte. Tutto questo è la nostra ricchezza. Rischiamo di perderla, per sempre. Il PARTITO DEL CEMENTO avanza e non lo ferma più nessuno. Dal nord al sud la febbre del mattone coinvolge banchieri, cardinali, sindaci, deputati di destra e di sinistra. Tutti vogliono guadagnarci, a partire dai Comuni. Così la ricchezza degli italiani vola via. Pensate che tra il 1990 e il 2005 sono stati divorati 3,5 milioni di ettari, cioè una regione più grande di Lazio e Abruzzo messi insieme (la Liguria tra il 1990 e il 2005 si è mangiata quasi la metà del territorio ancora libero!). Il tutto a un ritmo di 244.000 ettari all’anno (in Germania 11.000 all’anno). Ciò nonostante troppi italiani sono senza casa perché mancano gli alloggi “sociali” (solo il 4 per cento sul totale contro il 18 per cento della Francia, il 21 per cento del Regno Unito). Intanto 5500 comuni su 8000 sono a rischio di dissesto idrogeologico. I soldi per il ponte di Messina ci sono, per le frane no. Gli autori di questo libro sono andati a vedere l’ITALIA COM’È e la raccontano con nomi e cognomi di affaristi, banchieri, cardinali, sindaci e deputati: la SARDEGNA di nuovo in mano agli speculatori, le LANGHE trasformate in shopville, l’invasione di seconde case sulle ALPI (costruiscono persino sulla Marmolada!), il BRENTA violentato, gli affari della CHIESA nelle CITTÀ LIGURI, le grandi operazioni di Ligresti e dei soliti noti a MILANO, di Caltagirone e dei soliti noti a ROMA, la storia triste di BAGNOLI. Neanche SIENA e FIRENZE vengono risparmiate. E ritorna la febbre da stadi e autodromi, nuove occasioni per ulteriori speculazioni. Ma cosa gliene viene agli italiani di tutto questo? Meno male che non tutti abbassano la testa. COMITATI DI CITTADINI si stanno formando in Veneto, Toscana, a Milano, in tanti centri grandi e piccoli. La legge del 1986 che stabilisce le norme per danno ambientale è dalla loro. Per questo adesso molti la vogliono cambiare.